martedì 31 dicembre 2013

In viaggio

Le Trachemys sono tartarughe piuttosto longeve e potrà capitare che la nostra amica, nel corso della propria vita, debba affrontare uno spostamento dal suo acquaterrario altrove: un trasloco, una visita dal veterinario, qualche settimana di vacanza nella casa al mare o in montagna per queste vacanze natalizie. L'operazione è di per sé facile ma richiede pochi ma fondamentali accorgimenti.
Dovremmo chiederci innanzitutto: quanto è indispensabile spostarla?
Fino ad una settimana/dieci giorni se abbiamo qualcuno che può controllarla una volta ogni tanto (un parente, un vicino, un amico fidato) la tartaruga potrà restare nel suo acquario. Basterà munirsi di un timer per l'accensione delle luci e incaricare il nostro "tarta-sitter" di somministrare cibo fresco fino al nostro ritorno (basterà 2-3 volte a settimana). Perciò spostatela solo per traslochi oltre le due settimane e solo se è veramente indispensabile (come un problema di salute) o sarà per lei uno stress inutile.
Veterinario. Emergenza o controllo? E' chiaro che se è un'emergenza, un problema grave, dovete correre a farla visitare ma se avete deciso di sottoporla ad un check-up di controllo prediligete i mesi caldi. Le Trachemys soffrono molto gli sbalzi di temperatura e, nonostante tutti gli accorgimenti che possiamo prendere, un raffreddore o un problema respiratorio è sempre dietro l'angolo. Nei mesi caldi la temperatura dell'aria all'esterno è simile a quella dell'acqua nell'acquario, specialmente se non usiamo il riscaldatore nei mesi estivi, sarà quindi preferibile spostarsi in quei giorni.
La tartaruga dovrà essere spostata all'asciutto, senza quindi usare acquari pieni d'acqua. E' più sicuro per lei che non verrà sballottata a destra e a sinistra mentre ci muoviamo. Come contenitore possiamo usare un trasportino (chiuso sotto e semi-aperto sopra come quelli per i roditori), una scatola di polistirolo (trattiene il calore) o di legno (altrettanto isolante), o un semplice acquario di plexiglass col coperchio per far passare l'aria. L'importante è che sia di dimensioni giuste: né troppo piccolo per permettere alla tartaruga dei movimenti, né troppo grande così non scorrazzerà in giro spaventata. L'ideale sarebbe una dimensione di circa 4 volte la tartaruga. Sul fondo posizioneremo un panno bagnato d'acqua tiepida. Infine per mantenere l'ambiente caldo e umido al punto giusto metteremo dentro il nostro contenitore una bottiglia di acqua calda o un guanto monouso (quelli di lattice) annodato all'estremità. Posizionateli sotto il panno in modo che non sbattano addosso la tarta, non vogliamo né ferite né ustioni! A me piace anche controllare la temperatura con un termometro, sono una proprietaria apprensiva, ma non è certo obbligatorio.
Come ultima cosa mantenete la pelle della tartaruga umida in caso di lunghi spostamenti e chiamate le aziende dei trasporti se il viaggio richiede l'uso di questi. Solitamente le normative valgono per cani e gatti ma è utile informarsi in tempo per non incorrere in inutili scocciature quando già saremo in partenza. E tenete sempre d'occhio la tarta, se spaventata tenta di arrampicarsi per uscire col rischio di ribaltarsi. Buon viaggio!

martedì 6 agosto 2013

Patologie del carapace e del piastrone

Sospendo per il momento i post sull'alimentazione introducendo il primo articolo sulle malattie del carapace, spesso diretta conseguenza della cattiva nutrizione delle nostre tartarughe.
Importante: se riscontrate una o più malattie di quelle che andrò a descrivere non improvvisatevi medici ma seguite il primo soccorso e contattate immediatamente un veterinario esperto in rettili che vi potrà consigliare e intervenire a seconda della gravità del caso. Un intervento scorretto da parte vostra, anche se chiaramente compiuto in buona fede, potrebbe aggravare ulteriormente la situazione. Le liste in rete sono innumerevoli, cercate quello più vicino a casa vostra.
MUTA E RITENZIONE DEGLI SCUTI
Come i serpenti e la maggior parte dei rettili, le tartarughe acquatiche durante la loro vita fanno il ricambio sia della pelle che degli scuti del carapace e del piastrone. Cadendo, i lembi di pelle e gli scuti vecchi lasciano spazio a quelli nuovi. Durante la muta è fondamentale lasciare in pace la tartaruga, non provando a staccare a mano gli scuti vecchi perchè il tessuto osseo è vivo e oltre a causare dolore potremmo dare il via ad una catena di infezioni che riterrebbero necessario l'intervento del veterinario. Per aiutare la nostra tartaruga nel sano ricambio del guscio è opportuno allestire al meglio il nostro acquaterrario e sistemare per bene lampada UVB e lampada spot. Una tartaruga che fa regolarmente basking e viene alimentata correttamente è molto meno soggetta a difficoltà nella muta di una che vive in un habitat non idoneo. Se nonostante il corretto allevamento la vostra tartaruga presenta comunque problemi di ritenzione (gli scuti vecchi non cadono) è bene contattare il veterinario che provvederà alla disinfezione e alla rimozione chirurgica degli stessi prima che comincino ad accumularsi e a sovrapporsi tra di essi, formando pile di 4, 5, 6 scuti vecchi. Consiglio per chi avesse la possibilità di allestire una vasca in giardino, in terrazzo o in una zona all'aperto di approfittare dei raggi solari naturali, cura e prevenzione perfetta per tutti i problemi della muta, del carapace, della crescita. Questa patologia non causa comunque danni agli organi interni.
PIRAMIDALIZZAZIONE
E' la conseguenza del mancato intervento sulla ritenzione degli scuti e riguarda tanto le tartarughe acquatiche quanto le terrestri. Gli scuti vecchi continuano ad accumularsi creando gobbe sul carapace. Le cause sono un'alimentazione troppo proteica, la mancata esposizione ai raggi UV, l'aggravarsi della muta difficoltosa, spazi ridotti per il nuoto. Occorre al più presto allestire la vasca in modo corretto e contattare un veterinario. Purtroppo il carapace non tornerà mai del tutto normale ma con la crescita le gobbette saranno sempre meno evidenti. Questa patologia può causare danni agli organi interni della tartaruga, è consigliabile intervenire al più presto.
RAMMOLLIMENTO DEL CARAPACE O DEL PIASTRONE
Solo le tartarughe appena nate hanno il guscio morbido al tatto. Spesso lo notiamo anche nelle tartarughe baby, non c'è da preoccuparsi. Quando questo si presenta invece nelle tartarughe adulte è un problema serio. La causa è una dieta povera di calcio e una mancata assimilazione di vitamina D3. Inserite subito un osso di seppia nella vasca, va bene anche quello che si da ai canarini, e lasciatelo sempre a disposizione della tarta che ne mangerà un po' quando ne sentirà il bisogno. Non maneggiate la tarta e non premete sul carapace, una pressione forte potrebbe causare danni agli organi della tartaruga. Se il cambio di dieta e l'esposizione ai raggi solari non dovessero essere abbastanza e il problema persiste contattate il vostro veterinario (che sia specializzato in rettili) per una visita.
MOM (MALATTIA OSSEA METABOLICA)
E' una patologia frequente in tartarughe allevate in condizioni inadeguate per molto tempo. E' causata da una cattiva alimentazione, o sbilanciata, e dalla mancata esposizione ai raggi UV quindi da carenza di vitamina D3. Le tartarughe colpite presentano gravi malformazioni delle ossa del carapace che si schiaccia e si innalza lateralmente. Le conseguenze di questa malformazione sono incapacità di nuotare, mancanza d'appetito e nei casi più gravi danni agli organi interni. Contattare al più presto un veterinario esperto.
SCUD - Septicemic Cuteneous Ulcerative Disease (SETTICEMIA)
E' forse la malattia più grave che può colpire le nostre amiche. E' una malattia infettiva batterica che colpisce il piastrone, il carapace e può estendersi fino alla pelle. Può essere conseguenza di ferite non curate o ben disinfettate o può diffondersi da organismi patogeni che colpiscono il sangue. Causa ulcerazioni del piastrone e della pelle. E' contagiosa per altre tartarughe, perciò è indispensabile separare gli esemplari sani da quelli malati. Tenete la tartaruga all'asciutto e idratatela ogni 3-4 ore, esponetela ai raggi UV, regolate ottimamente la temperatura di acqua e aria, tenetela lontano da fonti di stress ma soprattutto chiamate al più presto un veterinario esperto per esami più specifici e una cura antibiotica. E' bene ricordare che il gammarus essiccato (i famosi gamberetti in barattolo) può veicolare facilmente gli agenti patogeni della SCUD. L'intervento veterinario dev'essere tempestivo.
MICOSI
Si presenta con macchie chiare, quasi bianche, su pelle o carapace causate dall'insediamento di funghi. La causa è spesso la scarsa pulizia dell'ambiente d'allevamento ma anche la riduzione delle difese immunitarie a seguito di malattie, traumi o stress. L'animale malato è spesso poco attivo e inappetente. Anche in questo caso è bene separare l'esemplare in una vasca pulita, esporlo ai raggi UV e fare frequenti cambi d'acqua. Contattare il veterinario per la prescrizione di una cura adeguata.

mercoledì 10 aprile 2013

Pellet e integratori

I pellet per tartarughe (da non confondere con i pellet per le stufe) non sono altro che l'equivalente dei nostri integratori vitaminici, come quelli che compriamo in farmacia, effervescenti o in pasticche. I loro hanno solitamente una forma cilindrica o rotonda e sono fatti con misture di pesci addizionate a vitamine e minerali. Proprio come i nostri vanno somministrati con parsimonia e nelle giuste dosi. Non è possibile alimentare le tartarughe esclusivamente con pellet perchè la dieta risulterebbe sbilanciata e addirittura dannosa per la loro salute (iper-vitaminosi, eccesso/mancanza di calcio ecc.). E' opportuno non somministrarli più di una volta a settimana sia alle tartarughe baby che alle adulte e vanno affiancate comunque ad una dieta bilanciata. La quantità di pellet, come per qualsiasi altro cibo, è pari alla grandezza della loro testa e come il resto, il pellet, va dato preferibilmente la mattina.
Per quanto riguarda la scelta della marca e del tipo non affidiamoci unicamente al negoziante che per vendere potrebbe rifilarci dei prodotti poco validi, non adatti alla specie o poco bilanciati nutrizionalmente. Per cominciare orientiamo la nostra scelta verso pellet per tartarughe acquatiche (meglio se per Trachemys), quelli per tartarughe terrestri non vanno bene. Si trovano in commercio anche delle "polveri" con cui avvolgere il cibo ma tendono a sciogliersi con l'acqua quindi il cibo torna ad essere normale cibo e l'acqua si sporca. Sono adatti più per le tartarughe terrestri, inoltre sono più difficili da dosare e non sempre appetibili per le nostre amiche. Cerchiamo quindi di prediligere gli stick.
Qui di seguito riporto le risposte ai dubbi più frequenti che potrebbero sorgere all'acquisto del prodotto:

- Pellet per adulte o per baby? Gli stick per le baby sono di dimensioni minori e forse più nutrienti nella fase della crescita ma se avete già acquistato quelli per adulte nessun problema, i pellet a contatto con l'acqua si ammorbidiscono e le baby con un paio di morsi riescono a mangiarli tranquillamente

- Meglio una marca conosciuta o una meno conosciuta? Certo le grandi marche (come Sera, Tetra ecc.) offrono indiscusse garanzie in più ma non è detto che i pellet siano meglio di quelli di altre marche minori. Se siete in dubbio prendete due scatole di marche differenti e confrontate le etichette: se i valori dei nutrienti si equivalgono potrete risparmiare qualche euro

- Active, energy, vital sono meglio? Di norma per una tartaruga ben alimentata già i pellet sono opzionali, potrebbe quindi farne a meno. Quelli che riportano sulla confezione queste diciture non sono altro che normali pellet un po' più energici (lievemente arricchiti) ma in pratica poco cambia

- I gammarus sono integratori? No. I gammarus (i gamberetti secchi) non sono integratori anzi sono privi di qualsiasi nutriente e possono portare la tartaruga a contrarre gravi malattie (come la SCUD). Vanno eliminati totalmente dalla dieta

mercoledì 30 gennaio 2013

Tutti a dieta

Il mangiare sano è fondamentale per lo sviluppo e la crescita tanto per gli uomini quanto per gli animali. L'ideale sarebbe alimentare bene le nostre tartarughe fin da baby ma se non sei all'inizio e hai sbagliato nell'alimentare la tua tartaruga puoi correre ai ripari ora. Ok, hai sbagliato ma io dico che non è mai troppo tardi. Quanto sto per dire non è un prospetto utile solo per le nostre Trachemys Scripta ma anche per altre specie onnivore diffuse in Italia e allevate in casa, come le Graptemys, le Crysemys, le Sternotherus, le Emys e le relative sottospecie. Come noi, le tartarughe traggono nutrimento da varie componenti negli alimenti come le proteine e i grassi ed è di fondamentale importanza fornire loro una dieta bilanciata, molto varia, che gli permetta di crescere, sviluppare bene le ossa del carapace e vivere in salute. Un'errata alimentazione e la mancanza di esposizione solare, al contrario, sono la causa di malformazioni e altre gravi malattie che possono portare le tartarughe fino alla morte. Quindi cosa fare? Le regole d'oro da seguire sono 3:
  • scegliere gli alimenti giusti nella giusta quantità (la dose giornaliera deve essere pari alla grandezza della loro testa perchè simile alla grandezza dello stomaco)
  • dare alla tartaruga spazi adeguati per esporsi al sole (basking), senza i raggi UV la vitamina D3 non viene assimilata
  • somministrare il cibo preferibilmente la mattina, variandolo secondo uno schema preciso
E' davvero tutto più difficile a dirsi che a farsi. Innanzitutto assicuratevi che l'acquaterrario sia adatto alla vostra tartaruga, che abbia tanto spazio per il nuoto e una zona ben asciutta esposta ai raggi solari ogni giorno, che non devono essere filtrati dai vetri delle finestre. In mancanza di essi assicuratevi che sia esposta alle lampade (una lampadina spot e una ad emissione di raggi UVB). E che ci sia una differenza tra temperatura dell'acqua (23-24 gradi) e temperatura dell'aria (30 gradi) per invogliarla ad uscire a beneficiare dei raggi. Se leggendo vi siete accorti che l'habitat che avete al momento non è adatto o volete approfondire l'argomento vi rimando al post sulla scelta dell'acquaterrario e dei materiali indispensabili da avere.
Una volta che l'occorrente tecnico è a posto procuriamoci del pesce fresco o surgelato. Meglio se d'acqua dolce (latterini, cefaletti, alborelle, tinche) ma una volta a settimana va bene variare anche con pesce di mare come alici o gamberi freschi. Per le vitamine invece è importante la verdura. Le baby difficilmente la accetteranno da subito ma insistete e non mollate, costringetele al digiuno se necessario e vedrete che l'istinto di sopravvivenza dirà loro di mangiare per non morire. Mancanze di vitamine portano ad ipovitaminosi, letale se non curata in tempo. Le verdure più facilmente reperibili sono il radicchio, che di solito è il più appetibile, il tarassaco, la cicoria. La carne va invece data con molta parsimonia perchè grassa e ad elevato contenuto di proteine, causa squilibri e può portare all'insorgere di malattie. Meglio somministrare fegatini di pollo ricchi di vitamina A, senza esagerare nelle quantità, una volta al mese. Come insetti vanno invece bene lombrichi, camole della farina, larve di zanzara, grilli. Accertatevi della provenienza e che non siano velenosi!
Ora che nel frigo abbiamo tutto è bene organizzarci con un piccolo schema.
Se avete una baby la dieta consigliata è a schema settimanale, un esempio:

1- pesce
2- verdura
3- pesce o insetti
4- verdura
5- pesce
6- pellet (come integratore)
7- digiuno

I piccoli pesci come i lattarini (freschi o ben scongelati) possono essere dati interi (così che non perdano nutrienti come quelli contenuti negli organi interni) ma alle baby possono essere tagliati in due, tre parti per facilitarle.
Man mano che la tartaruga crescerà i digiuni andranno ad aumentare fino ad arrivare ad alimentare a giorni alterni maggiormente con verdure anzichè pesce, per esempio:

1- pesce
2-
3- verdure
4-
5- pesce o insetti
6-
7- verdure
8-
9- pesce
10-
11- verdure
12-
13- pesce o insetti
14-

Come abbiamo detto le tartarughe di cui stiamo parlando sono specie onnivore tuttavia non bisogna dargli qualsiasi cosa. Esistono cibi nocivi e tossici anche per loro, o sbilanciati come nutrienti. Alcuni esempi: salumi, insaccati, frutta (le tartarughe sono animali a digestione lenta, la frutta fermenta e causa problemi intestinali e dissenteria), gamberetti secchi (privi di nutrienti e portatori di malattie), troppi pellet e integratori (ipervitaminosi e squilibri), alimenti con eccesso di fosforo (riduce l'assorbimento di calcio), alimenti iperproteici (portano all'insufficienza renale, alla MOM), alimenti carenti di calcio (malformazioni del carapace).
E' utile lasciare in vasca un osso di seppia (come quello che si mette nelle voliere). Le tartarughe quando ne sentiranno il bisogno ne mangeranno un pezzettino.
Nel prossimo post approfondirò il discorso dei mangimi commerciali e degli integratori che credo meritino uno spazio a parte.

giovedì 10 gennaio 2013

'O sole mio

Troppo spesso ci si sofferma sull'alimentazione e sull'importanza degli spazi, mettendo in secondo piano l'importanza dei raggi solari. Non che i primi due siano argomenti da tralasciare ma personalmente preferisco mettere in primo piano questo. Voglio introdurlo con un'esperienza personale: un anno fa adottai una tartaruga baby alimentata a solo pellet, tenuta nella solita vaschetta con palma di 20cm per 20. La tartarughina che viveva con lei non ce l'ha fatta, per fortuna la vicenda ha avuto un lieto fine per quella che poi è diventata mia ospite. Le condizioni in cui è arrivata a casa erano drammatiche: carapace completamente coperto di muschio, da quando era stata comprata non era cresciuta di un centimetro. Le ho subito dedicato una vaschetta con filtro, riscaldatore e lampade che avevo a casa. Per fortuna non avevo ancora buttato il materiale che usavo con le mie due tartarughe quando erano piccole. Come luce spot le misi quella del comodino. Non avendo mai preso il sole corse come una saetta sopra l'isola e stette lì per ore e ore senza scendere mai. Qualche giorno dopo scoprii che per il freddo e gli sbalzi di temperatura dei mesi precedenti aveva contratto una brutta polmonite. Corsi dal veterinario e con iniezioni di antibiotico, termoriscaldatore e alimentazione corretta riuscii a salvarla. Ora sta benissimo, nuota felice e appena guadagnerà qualche altro centimetro la metterò insieme alle grandi. Tutto questo per dire che la mancanza di sole, calore e raggi UVB non va sottovalutata e porta le tartarughe anche alla morte. Noto molta confusione a riguardo: c'è chi consiglia di farglielo prendere attraverso i vetri della finestra, c'è chi dice che mettendole nei mesi estivi all'esterno a prendere i raggi naturali nei mesi invernali possono stare anche senza, c'è chi adatta lampade ad emissioni di raggi con valori errati. Io non sono un veterinario ma quando sono rimasta senza corrente per un paio di giorni per un guasto al sistema elettrico le tartarughe ne risentirono un sacco. Non mangiavano più, erano apatiche e pigre. Sembrava fossero entrate in una sorta di semi-letargo. Perciò sono convinta che le lampade (o meglio il sole vero) siano indispensabili ogni giorno dell'anno, tutti e 365 i giorni, 7 giorni su 7.
E' essenziale che la vitamina D3 sia sintetizzata mediante l'esposizione ai raggi. Questa vitamina permette la corretta crescita del carapace e la crescita della tartaruga. Le principali patologie alle quali si va incontro sono gravi malformazioni al carapace, crescita insufficiente, carapace morbido al tatto, danni agli organi interni. L'insufficienza di UV unita a una dieta povera di calcio porta alla MOM (malattia ossea metabolica). Senza contare la sofferenza che arrechiamo all'animale. E basta veramente poco per prevenire tutto questo:
- una lampada ad emissione di raggi UVB da 26W (quella da 13 non è forte abbastanza) 5.0 (non 2.0 o 10.0! L'emissione giusta per le Trachemys è la 5.0, cioè al 5%), Repti sun o Repti Glo sono le più usate, mi raccomando vanno cambiate ogni 6 mesi perchè perdono di efficacia emettendo solo luce e non più raggi;
- una lampadina spot, quella classica a forma di faretto per scaldare la zona emersa e invogliare la tartaruga ad uscire. Opaca per non danneggiare gli occhi alle tartarughe (immaginate di avere una lampadina chiara fissa in viso per 10 ore!).
Entrambe dovranno essere accese 10-12 ore al giorno insieme, la UVB ad una distanza non superiore ai 15-20cm dalla zona emersa. Oltre questa distanza perde la sua efficacia. La spot posizionata in modo che la zona emersa sia riscaldata a 30°.
E' sempre meglio prevenire che curare! Bastano una ventina di euro ogni 6 mesi!

Ph. http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.php?t=15569

mercoledì 9 gennaio 2013

Home, sweet home

Un kit di accessori iniziale a basso costo. O di emergenza. O estivo. E' di fondamentale importanza ricordare che quanto sto per consigliare è una soluzione temporanea, che può andare bene per i primi tempi, una volta che la tartarughina è piombata in casa e ci ha trovato impreparati, senza grandi disponibilità economiche per affrontare le spese iniziali. Da adulta avrà bisogno di un vero acquario in vetro, di opportune dimensioni per permetterle di nuotare, 100cm*50*50 per un esemplare solo, 120*60*60 per due, che oltre ad essere esteticamente più gradevole è indispensabile a farla/e crescere bene. Risparmiare sul materiale è possibile. Cominciamo dalla vasca. Cercando su internet, chiedendo nei negozi di acquari (o perchè no ad amici) si possono trovare buone offerte di acquari usati. Se avete un buon budget iniziale potreste comprare subito l'acquario definitivo. Munitevi di pazienza e potreste scovare offerte per una vasca per un esemplare anche a 100/110€ compreso di mobile. Se invece l'arrivo della piccola è stato inaspettato e volete mettere da parte i soldi un buon compromesso per i primi tempi è la vasca di plexiglass trasparente, quelle per il bucato. La più usata è la vasca 'Samla' Ikea, ma potete trovarne facilmente una simile anche da Brico, Leroy Merlin o dal vostro ferramenta di fiducia. L'importante è che abbia una capacità minima di un centinaio di litri (perfetta la Samla Ikea da 130l) per durare un po' nel tempo, senza che finisca per essere troppo piccola prima dell'acquisto dell'acquario definitivo (per 1 anno, 1 anno e mezzo circa andrà benone). Il costo è molto contenuto, in media 15€. L'ideale sarebbe prenderne due e usarle impilate l'una dentro l'altra, è un tipo di materiale flessibile, non nato per contenere acqua ma giocattoli e vestiti e quindi tende a spanciare. Se siete abili col fai-da-te potreste costruire una struttura in legno per inserirci la vasca o installare dei sostegni di tenuta come in foto. Una volta che abbiamo la vasca come in tutti gli acquari ci serve un filtro. E qui il tasto più dolente. Dolente perchè è la spesa più grande che inizialmente dobbiamo affrontare ma è fondamentale tanto quanto la scelta della vasca. Esistono filtri di ogni dimensione, forma e prezzo. Interni ed esterni. Noi dobbiamo orientarci su quelli esterni per grandi litraggi in vista dei litri che avremo nell'acquario definitivo. Potreste anche prenderne uno provvisorio per il litraggio della vasca Ikea ma dovreste successivamente cambiarlo per quella definitiva quindi in questo caso consiglio l'acquisto unico. Orientatevi su qualcosa dalla manutenzione pratica adeguato alle vostre esigenze. Uno dei filtri più usati, che posseggo e consiglio è l'Askoll Pratiko 400. Altre ottime marche sono Eheim (Classic e Professionel) e Tetratec (EX 1200/2400). O l'Hydor Prime, poco pratico però nella pulizia periodica e nell'avvio. Nei negozi online come Zooplus sono a buon prezzo, l'importante è che siano adeguati quindi sceglietene uno che sia per il doppio se non per il triplo della portata della vostra vasca, le tarte sporcano molto. Se su questo punto sarete un po' elastici vi ritroverete un filtro che lavorerà per anni anche con la vostra vasca futura definitiva. Un filtro interno sarebbe inadeguato e vi contringerebbe a frequenti cambi d'acqua, scoccianti per noi e dannosi per le tarta, le quali subirebbero bruschi sbalzi di temperatura col rischio di raffreddori e polmoniti a volte letali. Ora che abbiamo installato il nostro filtro occorrono le luci. Le tartarughe come tutti gli animali a sangue freddo vivono di raggi solari, che le scaldano, favoriscono la digestione e fanno assimilare loro vitamina D3, che permette la crescita ossea del carapace e il giusto sviluppo. La comodità della vasca Ikea sta nel fatto che le tartarughe fortunate che "posseggono" un balcone possono essere spostate fuori d'estate e beneficiare del sole vero nei mesi caldi coprendo metà della vasca così una zona d'ombra non farà diventare l'acqua troppo calda e le tarte potranno rinfrescarsi quando ne sentiranno il bisogno. Molti possessori di tartarughe se ne muniscono in assenza di un laghetto perchè facile da allestire come casetta occasionale estiva e le riportano dentro casa al caldo con l'arrivo dei primi freddi autunnali. In assenza di sole naturale, non filtrato da vetri di finestre che ne riducono, quasi annullano i raggi, ci sono le lampade. Ci occorrono due tipi di lampade, una lampada che emetta raggi UVB e una lampada che emetta calore, che invogli le tartarughe ad uscire per prendere il sole. Entrambe le lampade sostituiscono il sole (attenzione non una sola, devono essere utilizzate insieme) e devono restare accese per 10-12 ore al giorno, come a ricreare la naturale alternanza giorno/notte. Come isola, che dovrà essere totalmente asciutta in modo che la tartaruga si possa asciugare completamente consiglio un semplice pezzo di sughero, quello grezzo che si usa per i presepi. Pulito bene, fatto bollire un paio di volte e messo a bagno qualche giorno non rilascerà più tannino (quella sostanza non nociva che però ingiallisce l'acqua). Applichiamo una ventosa in modo che non se ne vada in giro per l'acquario e fissiamolo ad una delle pareti. Posizioniamo le lampade in modo che la UVB non disti più di 20-25cm dall'isola o i raggi perderanno il loro effetto e la spot (la semplice lampadina a faretto opaca da 30-40W) in modo che sull'isola si raggiungano i 28-30° gradi. Manca solo il riscaldatore, prezioso in inverno in casa affinchè la temperatura dell'acqua non scenda sotto i 23-24° gradi e il gioco è fatto. Ricapitolando quindi dobbiamo acquistare:
Vasca 'Samla' Ikea (o Brico, Leroy Merlin o ferramenta) da 130l = 16€ (o 16€x2=32€ se preferite non rinforzarla da voi)
Filtro Askoll Pratiko 400 (o equivalenti) = nuovo circa 130€ (consigliabile), se optate per uno usato (occhio al tipo di pagamento e accertatevi del perfetto funzionamento) o provvisorio interno lo trovate anche a 50€
2 portalampada con attacco E27 e base a morsetto per rendere più facile l'installazione sulla vasca = da Ikea 20€ totali, dal ferramenta circa 30€
Lampada UVB 26W 5.0 (es. Hagen Exo Terra Repti Glo 5.0 compact) = 15€ (da cambiare ogni 6 mesi)
Lampadina spot 40W opaca = 2€ se riuscite a trovarla nelle rimanenze del ferramente (Nota: purtroppo questo tipo di lampadine ad emissione di calore stanno scomparendo, ben presto sul mercato esisteranno solo lampade a risparmio energetico che non si surriscalderanno. A quel punto dovremo comprare quelle apposite per rettili a circa 7€ l'una quindi se trovate le semplici dal ferramenta fatene una bella scorta!)
Zona emersa di sughero = 3-4€
Riscaldatore = andiamo dai 17€ ai 25 circa (calcoliamo 1W al litro, quindi ipotizziamo che riempiremo la nostra vasca Ikea da 130l con 100l il riscaldatore dovrà essere da 100W)
Termometro per acquari = 2€ per monitorare le temperature di acqua e zona emersa
Tot: 205
Cercando di risparmiare al massimo, comprando tutto nuovo e avendo un filtro definitivo. L'unica cosa che dovrete cambiare in futuro sarà quindi solo la vasca. Ma occhio in rete: nelle aste online, sui siti e nei forum si trovano spesso offerte di grandi acquari in vetro completi di mobile, filtro, riscaldatore usati in buone condizioni ad ottimo prezzo! Cercare per credere! E se riuscite ad adattare ciò che avete in casa (come la spot, il sughero, i portalampada) il risparmio sarà chiaramente maggiore. Buon lavoro e complimenti per aver scelto di essere dei proprietari responsabili che hanno a cuore i bisogni di questi piccoli amici corazzati!

Ph. www.tartaportal.it/

martedì 8 gennaio 2013

Acquisto responsabile

Se mi dovessi far intenerire da qualsiasi sguardo di cucciolo in vendita nei negozi o da adottare alle fiere avrei in casa uno zoo. Purtroppo tocca darsi un freno e pensare razionalmente a quello che possiamo offrire all'animaletto che stiamo comprando per far sì che non soffra e possa allietare le nostre giornate per parecchi anni comodo nel suo habitat. Nel caso delle tartarughe la spesa diventa dispendiosa se si calcola tutto il materiale necessario dopo l'acquisto. Mi piace paragonare una tartaruga più ad un cane e ad un gatto che ad un coniglio: sono longeve, economicamente dispendiose e relativamente ingombranti. E' nostro dovere quindi porsi qualche domanda prima di regalare a bambini e amici una Trachemys (nello specifico perchè specie più diffusa ma potrei dire tartarughe in generale), come faremmo prima di regalare un cucciolo di cane. Bisogna prepararsi. Nella foto ci sono tre Trachemys: una baby, una sub-adulta e un'adulta. Diffusa è l'idea che rimangano minuscole a vita e questa falsa verità è il principio di errate abitudini che la porteranno alla malattia e a volte alla morte. Nella migliore delle ipotesi costringerla a condizioni di vita inadatte le causerà solo sofferenza. E allora prima di andare dal vostro negoziante di fiducia, prima di accontentare i capricci di un bambino, prima di accettare il generoso gesto di un amico mettetevi una mano sulla coscienza e rispondete onestamente a 3 domande: Ho gli spazi adeguati? Una vasca definitiva per una tartaruga misurerà 1 metro di larghezza, 50cm altezza, 50cm profondità. Per due esemplari almeno 120cm*60*60. Posso/potrò provvedere economicamente al materiale e al cibo? Vasca o laghetto, filtro, lampade, isola. Relativi ricambi. Pesce e verdure freschi. Mi impegno a curarla a lungo termine? Tenuta bene una Trachemys può vivere anche 30-35 anni. Alcuni esemplari arrivano a 40 se allevati in condizioni ottimali rispettando i letarghi. Appaiono robuste nella loro corazza ma sono animali delicati. Non giocattoli. Se pensavate di prenderne una ma peccate in una delle domande qui sopra fate un passo indietro e prendete un pesciolino rosso che necessita di meno attenzioni. Se al contrario la vostra non è stata una scelta, la tartaruga è arrivata a casa e il danno è stato fatto vedremo nel prossimo post come provvedere a tutto il necessario con la minima spesa.
Ph. http://www.reptilescanada.com

lunedì 7 gennaio 2013

Se potessero scegliere

L'idea di questo blog è nata ieri mentre passeggiavo in un centro commerciale in provincia di Roma, in un noto negozio di animali di cui però non farò il nome. Come ogni negozio che si occupa di acquariofilia anche questo aveva un acquarietto dedicato interamente alle piccole tartarughe color verde brillante: quelle dalle "orecchie gialle" o rosse, chiamate scientificamente Trachemys Scripta. Le classiche tartarughine che si comprano con leggerezza ai bambini, quelle che si pensa vivano bene con una palma di plastica, quelle che arrivano a 28cm se femmine, 15 se maschi ma che tutti credono essere "tartarughe bonsai", "nane" grandi come una moneta per tutta la vita e abbandonate nei laghetti appena guadagnano qualche centimetro (ammesso che non muoiano prima, come solitamente accade). Ero lì che le vedevo annaspare davanti ai miei occhi in pochi centimetri d'acqua. Saranno state un'ottantina in una vasca di 40cm quadrati, una sopra all'altra. Quelle che nuotavano sotto a malapena riuscivano a salire per respirare, quelle sull'isoletta (adatta per ospitarne sì e no una ventina), anche se messe meglio delle compagne del caos sottostante, soffrivano il freddo per la mancanza di lampade e riscaldamento. Tutte comunque visibilmente provate, molte malate, alcune morte. La risposta avuta dal commesso dopo avergli fatto notare la situazione è stata: - Arrivano così, già malandate. Se però ne compri una e ti muore, puoi cambiarla. Ah, grazie. Era giusto questo il mio problema. Capire che fine avrebbero fatto i miei preziosi 8€.... Capisco la crisi, capisco la scarsità di lavoro ma come si fa a lavorare in un posto che tiene animali in tali condizioni? E secondo il cartello sei anche un "esperto in rettili"! La finalità di questo blog è quindi di far conoscere questa specie, di far capire i suoi bisogni e le sue necessità. Ma soprattutto di far capire alle persone che ad un acquisto sconsiderato si può comunque rimediare se lo si vuole. Ora starete pensando: - Che noia, l'ennesimo moralizzatore che via web tenta di redimere proprietari sconsiderati e che propina i soliti blablabla sui rettili. Esatto... ma anche sbagliato. Non voglio ripetere le mille guide e informazioni che si trovano ovunque in rete, per quelle basta una ricerca in Google, ma approfondire e fare chiarezza su quei punti su cui ancora c'è confusione come ad esempio l'alimentazione (attenti quindi alle guide che trovate). Mi piacerebbe aiutarvi e darvi consigli su come far star bene le vostre piccole. E perchè no qualche idea su come allestire la vostra vasca. Insomma allevo Trachemys da anni, di esperienza ne ho accumulata. Non vi resta che leggermi se vi ho incuriosito abbastanza. Vi prometto che non vi annoierete.
Ph. www.tartaportal.it/